Poggio Bracciolini

Poggio Bracciolini è nato a Terranuova in Valdarno nel 1380. Il Bracciolini fu uomo al suo tempo importante, ed è ancora famoso, in quanto appartenne a quella piccola schiera di umanisti i quali, nel secolo XV, ricercarono, nei testi degli autori dell’antichità classica le radici della nostra cultura. Per la sua cultura ed il suo talento diplomatico, egli rivestì incarichi altissimi e prestigiosi nella curia papale che gli fornirono l'occasione di viaggiare per tutta l'Europa e di assistere a grandi eventi. Dovunque andasse egli esplorava archivi e biblioteche alla ricerca di testi antichi; ebbe cosi la ventura di scoprirne più di ogni altro ricercatore erudito.

Nel 1453 il Bracciolini divenne cancelliere della Repubblica Fiorentina il che, nella politica economica del tempo, equivaleva a rappresentare una delle maggiori potenze nel mondo. Nel 1436 sposò Selvaggia de' Buondelmonti, che gli diede sei figli; nel 1453, abbandonata la curia, divenne cancelliere a Firenze; nel 1458, lasciato ogni ufficio, si ritirò a vita priva%i gio può essere considerata lo specchio delle tendenze e delle caratteristiche dell'Umanesimo, riflesse con un certo convenzíonalismo ma in modo tutt'altro che passivo.

Gli ultimi anni della sua vita li trascorse a Terranuova, in una casa posta in prossimità della cinta muraria, di bellissima architettura, oggi ormai ridotta alla fatiscenza.

Mon nel 1459. Cosimo I dei Medici, nel secolo successivo, volle che il ritratto di Poggio Bracciolini avesse il suo posto nella galleria degli uominì illustri di Toscana, oggi esposta agli Uffizi.

Grande e illustre umanista, egli amava la classicità in senso autentico. Egli infatti scoprì moltissimi testi : a Cluny due orazioni ciceroniane sconosciute (Pro Roscio e pro Murena), a S. Gallo gli Argonauticon libri di Valerio Flacco, il commento di Asconio Pediano a cinque orazioni di Cicerone, il primo esemplare integro dell'Institutio oratoria di Quintiliano, le Silvae di Stazio, gli Astronomicon libri di Manilio, i Punica di Silio Italico; a Fulda il De rerum natura di Lucrezio, il De re coquinaria di Apicío e le Historiae di Ammiano Marcellino oltre a vari testi minori.

Particolarmente importanti sono i quattro libri De varietate fortunae, intensi e vigorosi, dominati dal senso della caducità di tutto quanto è umano. Tra le altre sue opere, di tono minore appaiono le Historiae fIorentini populi (1454-59) e l'Historia disceptativa tripartita convivafís (1450).

Vista nel suo complesso, l'opera del B., che riflette in modo assai interessante la tematica ricorrente nell'Umanesimo (e in questo, soprattutto, risiede il grande merito di Poggio), tende tuttavia a porre su uno stesso piano i motivi più profondi della cultura dell'epoca (p. es., i temi della fortuna, dell'azione, della nobiltà) e quelli del tutto accessori come la polemica contro il malcostume dei frati; un tale appiattimento rende poco significativa la visione che il B. ci dà dell'Umanesimo e sbaglierebbe chi volesse dare un'interpretazione critica del movimento solo con le opere di Poggio.

Espressione tipica di un aspetto deteriore del costume letterario quattrocentesco sono le Invectivae, fra cui, per la loro vivezza mordace, sono da ricordare le tre del 1435 contro il FiIelfo e le cinque contro il Valla (1452-53). Affini, in un certo senso, le fortunatissíme Facetiae, composte e pubblicate a più riprese tra il 1438 e il 1452; esse costituiscono l'opera più valida del Bracciolini, in cui il gusto umanistico dell'autore traduce in un latino agile e vivo la schiettezza del linguaggio popolaresco. A un livello più alto, per eleganza di stile, i numerosi trattati morali su modello dei dialoghi ciceroniani, fra cui ricordiamo il De avaritia (1428-29), il De nobilitale (1440), il Contra Ypocritas (1448), il De miseria humanae condicionix (1455), di cui sono reperibili in libreria edizioni tradotte con o senza testo originale a fronte.

 

Prof. Massimiliano Badiali