Margaritone

Con la rotta inflitta al Barbarossa dai Comuni della Lega Lombarda nella battaglia di Legnano nel 1174, l'assetto politico italiano mutò di colpo. Le città italiane affrancatesi per virtù d'armi dal sistema fiscale dell’impero presero a reggersi come stati sovrani recuperando autonomie e valori della antica "polis".

Certamente non c’era, nei protagonisti dell'evento, alcuna coscienza critica; ciò che contava era di natura pratica: liberarsi dai gravami imposti dall'autorità centrale e destinare tutto alla prosperità dei cittadini e della produzione,

In questo clima di rinnovamento la cultura, l'arte, l'inventiva e l'audacia imprenditoriale trovarono un grande spazio, ed anche i dettami della religione si aprirono ad indicare nuovi modelli dell'ineffabile e dell'etica umana.

Così il tredicesimo secolo si caratterizza per una straordinaria effervescenza nelle idee e nelle azioni.

Fra le personalità che si pongono quali spiriti guida dei sommovimenti sociali e culturali del secolo sono: in campo religioso, Domenico di Guzman, Francesco d'Assisi Tommaso d'Aquino; nelle lettere, Cielo d'Alcamo, Guittone d'Arezzo, Bonvesin dalla Riva; nella scienza, Restoro d'Arezzo; nella pittura, Cimabue fiorentino, Guido da Siena, Margarito &Arezzo, Guido Beringhieri (o Berlinghieri) lucchese, Pietro Cavallini romano.

Le città che per prime accolgono i nuovi messaggi e che propagano sono: Palermo, Arezzo, Padova e, in un secondo tempo Mantova, Venezia, Firenze.

il fatto che provocò il processo di osmosi culturale fra le istanze che stavano prendendo corpo nelle varie città fu la; morte di Francesco d'Assisi e la sua quasi immediata assunzione alla gloria dell'altare.

Assisi divenne un crogiolo del pensiero, della fede, della cultura e dell'arte, Nella basilica progettata e iniziata da Frate Elia da Cortona, compagno del Santo, concorsero per la decorazione artisti &ogni città eminente o emergente. Cimabue da Firenze e Margaritone d'Arezzo furono tra i primi ad intervenire.

Margarito detto Margaritone era l'esponente di una scuola pittorica aretina che si apriva al superamento della ormai esausta convenzione rappresentativa bizantina.

Anche se gran parte della sua opera è andata perduta con la distruzione del Duomo Vecchio di Arezzo e della Abbazia Carnaldolese di S. Clemente, ordinata da Cosimo 1 nel 1560, le tavole rimaste testimoniano il suo iter interpretativo della figura del Cristo crocifisso e della figura umana in genere. Nello stupendo "San Francesco" oggi nel museo d'Arezzo, sono ben riconoscibili quegli alti intendimenti stilistici che diventeranno il fondamento della pittura dopo Margaritone. Una pittura che muoveva dalla ricerca della materia partendo dal pigmento cromatico, passando per l'imprimitura e concludendosi sul supporto tavola o tela che fosse.

Non bastarono a Margaritone gli effetti visivi atti a comunicare sensazioni nell'osservatore, egli vide l'opera pittorica come prodotto di un sistema complesso di fattori ognuno dei quali era complementare all'altro.

Con lui si affermò così il principio che arte e scienza dovevano procedere di pari passo. in questo concetto i pittori vennero accolti a pieno diritto nella corporazione degli "speziali", accomunati ai medici ed agli alchemici.

Margaritone non fu però soltanto pittore e sperimentatore in pittura. Architettura e scultura rientrarono nei suoi interessi precipui anche se, per questo aspetto, la critica contemporanea tende ad ignorarlo.

Il Vasari lo cita come attivo nella costruzione del Duomo Nuovo di Arezzo ed asserisce che egli sia l'autore dei sarcofago mannoreo che contenne il corpo del Beato Gregorio X Papa.

Ci sembra che quanto dice H Vasari non sia da trascurare soprattutto se si tiene conto del fatto che Gregorio X morì in Arezzo e riposa nella stessa cattedrale dove il vescovo di Arezzo era a quel momento Guglielmino degli Ubertini e che lo stesso papa aveva per testamento legato ben 35000 scudi per l'erezione di quel tempio.

Ci sembra perciò improbabile che Guglielimino, nella situazione di forte tensione politica del momento con Firenze e con Siena si sia rivolto a maestranze di quella città.

Il suo impegno di gratitudine gli imponeva di onorare immediatamente l'amico scomparso e per farlo dovette rivolgersi al massimo artista della sua città, quindi a Margaritone.

Sarà opportuno, a questo punto, ricordare come Margarito fu attivo anche ad Ancona come architetto e che fece parte perfino dello "entourage" di Papa Gregorio X.

Ci sembra perciò che la personalità dei maggior pittore aretino dei '200 non sia stata a sufficienza esplorata ed abbiamo l'impressione che ulteriori ricerche potrebbero riservare sorprese eccitanti.