Luca Signorelli

Nato a Cortona, tra il 1445 e il 1450, fu probabilmente - come asserisce il Vasari - il discepolo di Piero della Francesca, e forse fu suo collaboratore nel polittico per gli Agostiffianì di Sansepolcro. Ma ben presto frequentò Firenze accostandosi al Pollaiolo. Da questi trasse la mordente energia della linea, associandola alla ricerca di una plastica saldezza dei volumi.

Ci appare, così, l'erede più qualificato della tradizione fiorentina, e, al tempo stesso, per la severità della sua ispirazione e per il culto della figura nuda in movimento, anticipatore di Michelangelo (F. Carli).

Opere giovanili:

Annunciazione a fresco, scoperto a Casa di Monte presso Gragnone (ora in S. Francesco di Arezzo);

La Madonna col Bambino e la Flagellazione - stendardo processionale eseguito per la Confraternita da Fabriano (ora a Brera).

Sintesi di opere importanti:

decorazione della Sacrestia della Basilica di Loreto (1478 - 1480), con 9 motivo di fierissimi e monumentali Apostoli.

Esecuzione delle storie di Mosè nella cappella Sistina (1482) e inizio nel 1497 di un cielo di Storie di San Benedetto nel chiostro dell'Abbazia di Monteoliveto Maggiore.

L'opera fu portata a termine dal Sodoma in quanto il Signorelli venne incaricato di decorare la Cappella di S. Brizio nel Duomo di Orvíeto. Questa imponente impresa murale fu eseguita nel periodo dal 1499 al 1504. Le volte, che erano state iniziate dall'Angelico, raffigurano massicci agglomerati di Angeli e Apostoli, Martiri e Vergini, Sulle pareti appaiono le storie apocalittiche dell’Anticristo, il Finimondo, la Resurrezione della Carne, il Paradiso e l'Inferno.

Rimane questo uno dei più memorabili cicli di pittura dei Rinascimento. La "terribilità" del tema, pur con qualche virtuosismo stilistico (nudo sbalzato) trova, tuttavia, una calibratura di forme e proporzioni, corrispondenti ad un ideale di bellezza classica.

Valga per tutte la scena del "Finimondo". La folla fugge terrorizzata sotto la pioggia del fuoco celeste. Stupendo è il gruppo in primo piano dove le masse vigorose dei sette militi, ingabbiate entro maglie multicolori e tornite corazze, realizzano intensi effetti di evidenza plastica, con netta incidenza di luce nei loro corpi.

Quale annotazione finale del Nostro una Natività nel Museo Casali di Cortona.