Giorgio Vasari

Giorgio Vasari (1511 - 1574) vive nell'epoca di grandi e geniali artisti come Michelangelo e Raffaello, raggiungendo un posto di primissimo piano nell'eterogeneo universo delle arti. Storiografo, architetto, pittore e letterato Giorgio Vasari che nasce ad Arezzo il 30 Luglio 1511 manifesta fin da giovanissimo una prepotente passione per le arti ed un altrettanto prepotente desiderio di imparare ed emergere. E' ancora quasi un bambino quando apprende le prime nozioni di pittura da Guillaume de Marcillat (1468 - 1529) autore delle splendide vetrate dei Duomo di Arezzo da lui eseguite fra il 1521 e il 1524. Ha soltanto tredici anni quando il padre Antonio ponendolo sotto la protezione del Cardinale Silvio Passerini, cortonese legato di papa Clemente VII, lo manda a Firenze. La Firenze del cinquecento è una città in cui vivono ed operano i più grandi talenti artistici deIl'epoca, una città dove gli stili pittorici si articolano e si intrecciano fra richiamo delle innovazioni e il più quieto tradizionalismo. vasari.jpg (22398 byte)

Vasari a Firenze, introdotto alla corte dei Medici svolge studi letterari assieme ai giovani Ippolito e Alessandro, che gli saranno tanto vicini da diventare dopo poco più di un decennio i suoi protettori. Ma a Firenze Vasari ha modo anche di operare a contatto dei grandi Michelangelo e Andrea del Sarto che tanto influiranno nella sua arte e nelle sue scelte. Nasce qui un rapporto profondissimo fra il giovane e gli artisti, un rapporto che durerà tutta la vita e che specialmente con Michelangelo sarà improntato ad una sincera e reciproca stima e ad un grande affetto.

Sarà per incoraggiamento da parte di Michelangelo che più avanti nel tempo il Vasari deciderà di approfondire lo studio delle "cose di architettura". Nel 1527 dopo circa tre anni dì soggiorno fiorentino il giovane Giorgio a causa degli eventi nefasti e devastanti di quegli anni con l'entrata dell'esercito imperiale a Roma e il diffondersi della pestilenza, è richiamato ad Arezzo e diviene dopo la morte del padre Antonio proprio nel 1527, il principale sostegno della famiglia poichè primogenito di due fratelli e tre sorelle.

A quell'epoca Vasari che già tanto sembra aver vissuto, in realtà ha soli sedici anni, ma è già un uomo determinato a imparare e a conquistarsi un posto preminente nella società. Spirito eclettico e fortemente motivato, l'artista aretino già dal 1528 dopo aver conosciuto ad Arezzo Rosso Fiorentino pittore che ne apprezza il talento e lo aiuta con insegnamenti e consigli, si sposta continuamente dipingendo immagini votive nelle chiese del contado, conoscendo artisti e intrecciando importanti relazioni sociali. Evidentemente ìj. Vasari doveva essere un gradevole compagno e un abile intrattenitore oltre che un ottimo artista, considerando la sua capacita di farsi così numerosi amici e protettori che lo aiuteranno dandogli buone committenze e chiamandolo nelle corti fra le più importanti d’Italia. Giorgio Vasari infatti ad eccezione di alcuni anni, vive tutta la sua vita alla corte di signori e di papi. Da Clemente VII al cardinale Ippolito dei Medici da Ippolito al Duca Alessandro, da Alessandro al Cardinale Farnese da Papa Giulio II a Cosimo de’ Medici con il quale dividerà un importante fase della sua vita, ottenendo incarichi di grande prestigio e ricambiando con lealtà i tanti favori, cercando al tempo stesso di intervenire per risolvere i problemi della sua città Arezzo alla quale in realtà non rinuncerà mai.

Ma la sua fama comunque non è solo legata alle sue opere pittoriche e architettoniche, ma soprattutto alla pubblicazione nel I55O, prima, e poi nel 1568, della prima vera raccolta biografica dei suoi tempi, opera notevolissima di storia e critica d'arte sulle "Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori" che darà al Vasari grande prestigio e a i suoi posteri un importantissimo strumento di studio fra i più citati negli scritti di storia dell'arte.

In tante città da Roma a Napoli, da Bologna a Venezia, lascia le sue innumerevoli opere e a Firenze il grande progetto e la realizzazione degli uffici delle Magistrature, attuali Uffizi e del famoso Corridoio Vasariano che collega le due sponde dell'Arno sopra Ponte Vecchio (1560 - 1574/80), oltre a tante altre, fra cui importantissimo il restauro di Palazzo Vecchio. Ad Arezzo sua città natale, il Vasari lascia un' impronta arrivata fino ai nostri giorni.

Il monumento sepolcrale della sua famiglia per la Pieve di Santa Maria ed ora rimontata nella Badia delle Sante Flora e Lucilla, tele importantissime come Le Nozze di Ester e Assuero opera questa di grandissime dimensioni commissionata nel 1548 e completata da lui e dai suoi collaboratori in 42 giorni secondo quella sveltezza di lavoro che rimane una sua caratteristica perchè come diceva lui stesso si annoiava "delle cose che sono tarde di moto contrarie alla nostra vita chè si breve".

Lo stendardo processionale proveniente dalla compagnia di San Rocco dei 1568, la Madonna col Barnbino e i Santi dipinti attualmente tutti situati al Museo Statale d'Arte Medioevale e Moderna di Arezzo.

E grandi opere architettoniche quali la ricostruzione di Piazza Grande iniziata nel 1573, interrotta alla morte dell’artista e completata molti anni dopo secondo il suo progetto dalla Fraternita dei Laici, il coronamento del Palazzetto della Fraternita iniziato nel 1375, proseguito nel 1435 da Bernardo Rossellino e completato nel 1550 con il campanile di Giorgio Vasari. Ancora importantissima per lui allora e per noi oggi la sua casa comprata nel 1540 e completata nel 1548 in varie fasi ognuna delle quali velocissime come suo costume, piccolo gioiello nel cuore della città, ora museo dedicato al suo ricordo come opera intima e privata. Ancora oggi come in una vera casa basta suonare il campanello per esservi accolti a cercare nelle sue stanze e nel suo giardino cinquecentesco il passaggio di questo grande uomo creatosi con a proprio ingegno la propria volontà e la determinazione di arrivare ai più grandi onori e ad un grande prestigio spinto dalla convinzione che ciascuno può essere artefice della propria fortuna come lo stesso esprime in modo significativo e diretto: "perchè non è mio potere con assidua fatica e studio procacciarmi delle grandezze e gradi che hanno acquistato tanti altri. Furono pure anch’essi di carne ed ossa come sono io?".

del Prof. Massimiliano Badiali