Daguerre : dal diorama alla dagherrotipia

 

Dalle prime foto di panorama Daguerre volse lo sguardo al diorama uno spettacolo di immagini che attraverso giochi di luce creava una fortissima illusione di realtà.

Nel 1831 Daguerre scoprì che lo ioduro d'argento era sensibile alla luce, sicché i suoi tentativi sarebbero risultati inutili se nel 1835 non avesse scoperto la possibilità di sviluppare l'immagine latente.

Ciò avvenne del tutto casualmente. Un giorno dopo aver sensibilizzato con i vapori di iodio ed esposto senza successo una lastra, la ripose, con l'idea di riutilizzarla, nell'armadio in cui teneva il suo armamentario chimico. Con sua grande sorpresa, alcuni giorni dopo, riaprendo l'armadio si accorse che sulla lastra era miracolosamente apparsa un'immagine ben chiara. Ciò lo portò - con immaginabile entusiasmo - a fare una serie di esperimenti. A esporre diverse lastre nel modo in cui era stata esposta quella della miracolosa apparizione, mettendole per volta dentro l'armadio ed eliminando di volta in volta le varie sostanze chimiche conservate nel mobile. Alla fine si accorse che a produrre l'effetto della rivelazione dell’immagine erano i vapori di alcune gocce di mercurio uscite da un termometro rotto. Sembrava cosa fatta, ma non era cosi, in quanto le immagini prodotte potevano essere guardate soltanto ad una luce tenuissima, perché altrimenti in breve tempo scomparivano, per via dell'azione dei residui d'argento presenti sulla lastra, che, essendo ancora sensibili alla luce, portavano inevitabilmente a una dissoluzione dell'immagine.

Occorreva, dunque, ancora trovare un sicuro metodo di fissaggio. E ciò avvenne solo due, anni dopo, quando Daguerre sperimentò l'immersione delle lastre dentro una soluzione in a calda di sale da cucina, con la quale si eliminavano tutti i residui d'argento e si fissava definitivamente la figura degli oggetti rappresentati.

A questo punto il miracolo poteva davvero dirsi compiuto, anche se doveva, prima di giungere al pubblico, aspettare ancora.