Il Jazz

Prof. Massimiliano Badiali

Il jazz (orig. jass, termine di origine incerta, prob. dal francese jaser = gracchiare e fare rumore nel dialetto della Louisiana francofona dell'800), è un genere di musica caratterizzato dalla improvvisazione, da una grande espressività, e anche da un certo virtuosismo strumentale, che nacque tra la fine dell'800 e gli inizi del 900 nel Sud degli Stati Uniti, a New Orleans, dall'incontro delle tradizioni musicali, specialmente ritmiche, portate dagli schiavi dell'Africa occidentale, con le varie forme della musica europea. Gli schiavi, prima dell’abolizione della schiavitù nel 1865, erano costretti a lavorare nelle piantagioni e tentavano di rendere la fatica più accettabile con il canto. I worksong (canti di lavoro) si basavano su una semplice struttura responsoriale di call and response (chiamata e risposta), in cui il coro rispondeva alla voce di un solista. Tuttavia la prima e vera esplosione del jazz avvenne a New Orleans, città della Louisiana e grande porto fluviale sul delta del Mississippi, nei primi anni del 1900. Non a caso tutte le grandi navi europee giungevano nel grande porto di New Orleans, oltre che ovviamente di New York nei primi anni del secolo. Fu una confluenza di tutte le grandi culture e di tutti gli usi e costumi e religioni dei popoli di tutto il mondo. Lo stile musicale che si sviluppò in questa città nasceva dall'incontro tra culture differenti: immigrati inglesi, spagnoli, francesi venivano a contatto con gli schiavi africani e con i creoli, già inseriti nella cultura francese. È quindi alla base una grande capacità di rielaborazione di altre culture, della lenta metabolizzazione di queste, dell'arricchimento delle stesse idee di partenza e della loro restituzione in musica, che dal jazz nacquero: lo spiritual, musica religiosa neroamericana, frutto dell’avvicinamento dei neri al cristianesimo e il gospel song (canto della Bibbia) celebre negli anni 30. Dal connubio tra la musica sacra degli spiritual e le canzoni profane nacque sempre a New Orleans il blues (che trae il suo nome dall’espressione to have blue devils cioè avere i diavoli blu espressione che rimanda a  to feel blue che in inglese significa essere triste). Il blues nacque dall'incontro fra la tradizione musicale africana e gli strumenti musicali europei fra la tradizione musicale africana e gli strumenti musicali europei cioè accompagnato  dal banjo o  dalla chitarra. Le canzoni blues parlavano di solitudine, povertà, vagabondaggi e carcere. La strofa del blues è di tre versi (i primi due identici), ciascuno dei quali costituito da quattro battute cantate di chiamata e quattro battute cantate o strumentali di risposta.

Worksong, spiritual e blues furono assimilati anche dai bianchi che li fusero con la cultura europea dando vita al cake-walk (canto della focaccia), una danza al tempo di marcia svolta con musiche e passi africani e il ragtime (tempo sincopato). Il ragtime ha avuto il suo massimo esponente in Scott Joplin. Non è stato lui il primo a comporre un brano ragtime, ma è suo il merito se questa forma musicale ha assunto grande popolarità. Il brano che gli permise di guadagnarsi enorme notorietà, Maple Leaf Rag, risalente al 1899, raggiunse un successo straordinario, tanto che dello spartito vennero vendute un milione di copie. A New Orleans, intanto, si andavano organizzando piccole orchestrine in genere composte di soli fiati, che si esibivano per le strade. Percussionismo africano, ragtime pianistico di derivazione euro-americana, canto blues dei neri, spiritual delle chiese protestanti, canti e richiami di lavoro, musica europea per banda militare, perfino echi dell'opera lirica, sono i più importanti elementi che hanno contribuito a questa fortuita e geniale sintesi artistica. Per questo è inesatto e impreciso chiamarlo solo musica afroamericana. Divenuta già negli anni Venti del sec. XIX una vera e propria musica d'arte, il jazz è ormai suonato, composto e ascoltato ovunque in tutto il mondo come una nuova musica colta, soprattutto nel mondo di cultura occidentale. Da New Orleans tra gli anni Trenta e Quaranta, il jazz emigrò a New York. Lo spostamento geografico dei musicisti fu accompagnato dalla nascita di un nuovo stile lo Swing (dondolio) che coincise con la trasformazione dei piccoli gruppi in grandi orchestre (big bands) guidate da un pianista-arrangiatore, che stabiliva le parti da cantare, i controcanti e gli arrangiamenti. A new york negli anni 40 il jazz e lo swing subirono una massiccia commercializzazione da parte dell’industria discografica, che ne snaturò la forza e i contenuti, divenendo musica da ballo per i bianchi.