MASSIMILIANO BADIALI

RECENSIONI DI PITTURA

LELIA BURRONI

 

Lelia Burroni: la pittura come iter ad Deum

Lelia Burroni affronta il genere della pittura, ricorrendo in maniera molto personale a diverse fonti di ispirazione come il paesaggio naturale, floreale e antropico. La realtà, più che presa a modello, diviene punto di partenza che la libertà inventiva dell’artista trasforma in un qualcosa di trasfigurato. La pittrice obbedisce a una necessità interiore di Iter ad Deum: lo spiritualismo figurativo è il filo rosso della sua arte, che aspira all’assoluto e al sovrannaturale. Il panteismo iconografico (Colori, Miraggi) e il panismo pitturale (Insieme, Meriggio) sovrintendono a un trascendentismo figurativo, così che i dipinti dell’artista divengono sinodo di natura e anima, di spirito e cuore (Kristós), attraverso una sorta di eden di forme e colori.  Pertanto la scelta dei mezzi espressivi è ampia e libera comportando sia l’indirizzarsi verso l’Accademismo (Arezzo, Nuda) sia verso l’Espressionismo (Papaveri, Fleurs du mal), ove l’uso di colori e spatolate audaci è indissociabile dall'affermazione della potenza espressiva della linea. Impotenza è il manifesto neoespressionista della solitudine individuale e del dramma dell’angoscia e dello smarrimento dell’umanità intera. Lelia Burroni inventa un ruolo nella suggestione della luce, distribuendo sottilmente i rapporti dei riflessi, attenta agli schiarimenti imprevisti che gettano chiazze di luce e ombre sulle tele.

prof. Massimiliano Badiali
tiffany and co