Nella mostra
Profumi di Luce
di Lelia
Burroni il paesaggio
naturale, floreale e
antropico, più che
realtà presa a
modello, diviene
punto di partenza
che la libertà
inventiva
dell’artista
trasforma in un
qualcosa di
trasfigurato. I
quadri floreali e
antropici rimandano,
infatti, ad un
panteismo
iconografico. Il
panismo pitturale di
Campane degli
Angeli
sovrintende al
trascendente,
simbolo di Eros e
Thanatos.
Esistenze e’
l’emblematico e
speculare sinodo di
apparenza ed
essenza. La natura e
l’anima
in Peonie
sono trasfigurate in
una sorta di
eden di forme e
colori. L’uso
cromatico di
spatolate audaci è
indissociabile in
Girasoli
dall'affermazione
della potenza
espressiva della
linea, che diviene
allusiva sinestesia
di tatto, vista e
olfatto. L’artista
inventa un ruolo
nella suggestione
della luce: in
Onde di Lavanda
distribuisce
sottilmente i
rapporti dei
riflessi, attenta
agli schiarimenti
imprevisti che
gettano chiazze di
luce e ombre sulle
tele. |